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"Ho iniziato a scrivere di memorie dal 1946, in versi ("Quaderno dei ricordi"). Questi miei "appunti per un'autobiografia", iniziati intorno agli anni '60, si compongono di tre libri: Memorie e fantasie; Vallemare e altri racconti; Tedeschi a Vallemare e altre memorie. Sono stati scritti di getto senza pensare alla "forma", volutamente, proprio di chi racconta ad un amico, fatti banalissimi della sua vita oppure assai tragici, ma col sorriso, a volte beffardo a volte tragicomico, sulle labbra. Chi non ha vissuto i miei tempi non può capire fino in fondo certe affermazioni e certe mie apparenti contraddizioni. Ho sofferto, senza venirne però moralmente toccato, tutte le incongruenti scempiaggini (potrei aggiungere sorpusi, vigliaccherie e inutili crudeltà) di questo nostro secolo che amai definire "il secolo della pazzia" (mia madre "della finazione del mondo!"). Così come appare scialbo e manchevole il mio "stile", appare scialbo e manchevole il mio racconto".